Noi viviamo di verità nate ieri di Umberto Boccioni


Umberto Boccioni (Reggio Calabria, 19 de octubre de 1882 – Verona, 17 de agosto de 1916) fue un pintor, escultor y escritor italiano, destacado exponente del futurismo. La idea de representar visualmente el movimiento y su investigación sobre la relación entre objeto y espacio influyeron fuertemente en el destino de la pintura y la escultura del siglo XX.

Noi viviamo di verità nate ieri

Noi affermiamo che si può creare una Natura interpretandone le sue infinite apparizioni anche attraverso le matematiche geometriche trasformazioni che l’uomo moderno le imprime. Creder e che la Natura sia là dove esiste il disordine, l’incomodo, il caotico (“il naturale” come dicono le anime agresti) e soprattutto dove manca la mano dell’uomo, è un errore pietoso. Noi futuristi detestiamo il campestre, la pace del bosco, il mormorio del ruscello… come dicono gli altri. Preferiamo l’uomo stravolto dalla passione e dalla pazzia del genio, i grandi caseggiati popolari, i rumori metallici, il ruggito delle folle. Le piste, le gare atletiche, le corse ci esaltano. Il traguardo è per noi il più meraviglioso simbolo della modernità.

Gloria alla grande réclame rossa, rivendicatrice della natura nell’archeologico, e trionfante come complementare sul paesaggio verde di rabbia. Gloria alle grandi réclames che si ripetono violentemente espressive a tratti uguali, esasperando gli esteti dell’arcadia, e che salgono allegramente le colline e le montagne, fiancheggiano le funicolari, assistono belle serene utili espressive, sull’attenti delle loro stanghe di legno, al rincorrersi puntuale dei treni di lusso carichi di affarismo energico e di imbecillità turistica, e degli accelerati carichi di professori… Per fortuna tutto procede fatale e tutto viene distrutto.

Vi sono possibilità di paesaggio ovunque: nei marmi dei palazzi, nei cementi levigati delle case, negli asfalti delle strade, nei lunghi corridoi degli Hotels dalle porte misteriose e numerate, binariati da soffici tappeti; nelle stanze smaltate di bianco delle cliniche, nel metodico andare delle macchine affaccendate… L’era delle grandi individualità meccaniche è cominciata e tutto il resto è paleontologia! L’uomo si evolve verso la macchina e la macchina verso l’uomo. E di questa nuova vita il pittore moderno esalterà la misteriosa architettura.

Noi vogliamo sostituire alle vecchie emozioni statiche e nostalgiche le violente emozioni del moto e della velocità e l’ebbrezza dell’azione, perché solo esse possono ispirare idee plastiche nuove.

Noi pittori futuristi, che abbiamo il dono della speranza, non ci volgiamo mai indietro quando il sogno di una bellezza definitiva ci tenta. Ed è per questo che amiamo appassionatamente le espressioni estetiche del nostro tempo anche se esse appaiono ancora rozze e non completamente liberate dalle scorie delle nuovissime fusioni.

Insomma, noi viviamo di verità nate ieri e che vogliono, per essere espresse, forme colori parole suoni e rumori mai usati. L’artista, il pittore, lo scultore come il poeta come il musicista, hanno dei doveri che l’artista di trent’anni fa non aveva, specialmente in Italia.

Umberto Boccioni, Contro il paesaggio e la vecchia estetica, tratto da “Dinamismo plastico”, 1916